giovedì 13 febbraio 2014

lutto e Tricolore



Passandole  accanto in auto quasi quotidianamente  ho pensato spesso: Che bella opportunità avere una bandiera pubblica (oltre a quelle che -per legge-  sventolano su ogni Municipio di Italia)  al centro di una rotonda posta su una via di traffico importante.









Il suo sventolare ricorda ad ogni passante italiano e non il valore della Patria, dell’unità della Nazione e dei sacrifici consumati per la costruzione di questa Identità.

 
la terza Guerra di Indipendenza
Ma non solo. 
La bandiera è  l’essenza simbolica di un Popolo e come tale diviene  apparato comunicativo dei sentimenti nazionali.




Proprio per questo il 27 gennaio scorso, Giornata della Memoria dell’Olocausto , il Tricolore è stato posto a mezz’asta, come fosse un inchino che invita tutti  ad una riflessione ammonitrice sull’assurdo dramma causato dalla ideologia nazista.

Riflessione profonda sulla dignità dell’individuo; sul valore sacro di ogni vita che ha diritto al rispetto da tutti.
Il Giorno della Memoria serve proprio a questo: ribadire e ritrasmettere annualmente e con forza che nessuno,individuo o collettività che sia, ha diritto e ancor meno giustificazione, di togliere la vita al proprio simile.


La bandiera a mezz’asta è la voce di una nazione che coralmente riconosce una perdita grave per l’umanità stessa. Che ammette e condanna un suo errore.
 E’ l’uomo che in quanto individuo sociale ammutolisce e riflette e rispetta e ammonisce se stesso per il futuro gridando  ai quattro venti l’ugualianza e la parità di diritti per ciascuno.



Il 10 febbraio , divenuto per la Legge n.92 del  marzo 2004 solennità civile nazionale,  Giorno del Ricordo per la tragedia delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, quella stessa bandiera al centro della rotonda sulla via trafficata  non è stata messa a mezz’asta.  

recupero di corpi dalle Foibe



 Come se lo strazio della morte – e ancor più della morte imposta da un odio violento-  provocasse dolore  e tragedia diversi per gli esseri umani.
Come se il nero profondo del quale inevitabilmente ogni lutto si avvolge fosse di gradazoni diverse, e diversi i pianti, i  vuoti gli smarrimenti e le angosce di madri, figli, fratelli.

Nella ricorrenza di questi eventi  una bandiera esposta che non si mostri “abbattuta” di fronte all’evidenti tragedie dell’umanità, diventa solo portavoce di una sconfitta sociale.


 
profughi istriani