sabato 14 settembre 2013

Gabibbo hai davvero stancato!





Dal 1990 questo personaggio continua  imperterrito a rompere le orecchie degli italiani conservando inalterato il suo limitato e pedante cliché .
Nel 1991 (manco fosse assurto al ruolo di individuo) si è visto assegnare il Telegatto come personaggio rivelazione dell’anno!
Dalla sua nascita per lui non c’è stata la benché minima evoluzione tanto che assistere una puntata di questo fantoccio significa sorbirsi la pedissequa ripetizione verbale e mimica di scenette oramai  trite e ritrite.
non c'è limite al patetico...
D’accordo: l’utente si affeziona riproponendo “uno stile” immutabile, ma come ci si può abituare all’aura di grottesca banalità che ci viene consegnata dal Gabibbo?
E come si può ancora sopportare quella voce  roca  e i finti risolini e sghignazzi di sottofondo?
per non parlare della maschera stessa che stigmatizza tanto una inesistente creatività quanto il disarmante accontentarsi di un pubblico che si diverte nella sicurezza dello scontato e del prevedibile.
Besugo, rumenta, palanche, belandi, bella gente”:  ad ogni apparizione tv, con questo eterno intercalare accompagnato dal solito goffo agitare delle mani,  il patetico bambolotto  ci parla dei problemi  (molte volte gravi) di cui la nostra penisola è afflitta.
Ogni volta penso all’enorme incongruenza che ciò provoca: la denuncia di problemi essenziali e vitali per alcuni individui, presentati in modo così stupido e sgraziato.
come si riduce un uomo...


Ogni volta che incrocio per caso il fantoccio penso all’individuo che da anni gli da voce e chi dall’interno lo anima e mi chiedo come non possano sentirsi anch’essi degli stanchi pagliacci manipolati dalle “necessità” televisive.
 E’ mai possibile che Ricci, il creatore di questo personaggio, nella sua grande osannata e inesauribile creatività non si accorga di come sia oramai desueto  e stancante il Gabibbo?
A lui in ogni caso deve andare il ringraziamento per contribuire quotidianamente al rincretinimento della società italiana, al suo assuefarsi al preconfezionato e al bisogno di sentirsi gridare intorno nella volgarità e nella assurdità delle standing ovation che negli studi televisivi tributano onore (!) a simili banalità. A lui dobbiamo la sconcertante facilità con la quale Sindaci e Presidenti, Medici e Disoccupati, soggetti disperati per malattia o condizioni economiche si lasciano intervistare da uno stupido pupazzo precipitando così la loro denuncia o la loro personale tragedia in un anestetizzato e confuso messaggio.
Anche il dolore ha bisogno di dignità.


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